giovedì 22 ottobre 2009

Internet: belle storie di rivincita

Ad attirare la nostra attenzione è stato un articolo su una rivista di moda che titolava "Ho preso la mia rivincita sul web", in cui si parlava di come un alter ego virtuale possa influire sulla vita vera non solo da un punto di vista professionale, ma anche sociale.
L'articolo citava una ricerca della Stanford University Human Interaction Lab di questi ultimi mesi, secondo il quale il comportamento che abbiamo su Internet influenzerebbe la vita di tutti i giorni.
Jeremy Bailenson afferma nella sua ricerca che noi alteriamo il nostro modo di comportarci non appena creiamo un avatar o un immagine virtuale per rappresentarci.
Per verificare questa teoria, è stato portato avanti uno studio su un gruppo di volontari, abituali utilizzatori di Second Life. Ad alcuni è stato assegnato un avatar poco attraente e ad altri uno più bello, con i quali dovevano rispecchiarsi per interagire con gli altri avatar. Si è verificato quello che avviene nella realtà: coloro che avevano un personaggio digitale attraente e interessante avevano maggiore fiducia in sè stessi e meno problemi ad interagire col mondo circostante, mentre i personaggi digitali "brutti" tendevano a isolarsi dal resto della comunità virtuale.
Sulla rete possiamo inventarci una seconda esistenza, essere quello che preferiamo, creare un profilo digitale che piaccia a noi e agli altri, che ci fa acquisire maggiore sicurezza in noi stessi.
Attraverso queste storie trovate sui giornali e su google vogliamo raccontare come tutto questo si rifletta sulla vita di tutti i giorni, migliorandola e portando la persona ad avere successo non solo come avatar, ma anche come essere umano nel mondo reale.
Queste persone sono riuscite a raggiungere, grazie a Internet, traguardi che prima apparivano irraggiungibili: una nuova reputazione, il lavoro dei sogni, una nuova percezione di sè. Tutti hanno pensato di creare un proprio alter ego digitale, che raccogliesse le loro qualità più interessanti, i loro punti di forza, insomma tutti gli aspetti della loro persona che non riuscivano a far emergere in altro modo.
Il risultato?
La gente si interessa a questi avatar, li vuole frequentare, conoscere, arrivano proposte di lavoro, inviti a eventi, insomma si aprono innumerevoli porte per questi personaggi paralleli che sintetizzano spesso il lato migliore di chi li crea.
Quello che inizialmente è nato come diario, come un semplice spazio in cui mostrare le proprie idee, diviene una vera e propria nuova forma di curriculum vitae.
Negli USA sono sempre più le società che prima di assumere un nuovo manager analizzano se questi ha un avatar e come lo gestisce, e per questo motivo si prevede che entro il 2011 più dell'80% delle persone avrà un alter ego digitale.
Nuovi servizi come google profiles, meeid.com o clamid.com offrono la via più semplice per crearsi un biglietto da visita digitale.
Importante, però, nella costruzione di una solida identità 2.0 è ricordarsi che l'autenticità paga, e quindi presentarsi come un personaggio 2.0 funziona se non esageriamo troppo e se non costruiamo identità false, che non ci rispecchiano.

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